Laura Albanese Laura Albanese Laura Albanese Laura Albanese

Questo cd è una bella sorpresa, anche per non appassionati di jazz.

E' un piacevole viaggio musicale attraverso il jazz, si, ma anche swing, samba, bossanova condito pure da una digressione "Beatlesiana".

Si parte con atmosfere che ci portano a Copacabana con la morbida Flor de Lis. Complimenti per la pronuncia del portoghese e per l'esecuzione vocale che si conclude con la classica settima più tipica della Bossanova.

Ci rituffiamo poi nel mondo jazz con la sensuale Everybody's Song But Not My Own, dove emerge un magistrale assolo di tromba, la pimpante Pent-up House con un simpatico e molto ben eseguito duetto voce-pianoforte, con la batteria che fa da contrappunto per arrivare alla sognante Portrait, brano da cui è estratto il titolo del CD.

Se lo si ascolta ad occhi chiusi si entra immediatamente in un locale non troppo grande, luci molto soffuse, ombre di persone sedute ai tavolini, fili di fumo che vanno verso l'alto, un occhio di bue puntato sulla cantante seduta su uno sgabello al centro del piccolo palcoscenico, affiancata dal contrabbasso e poco distanti il pianista e il batterista che lavora di cesello con le spazzole sopra il suo rullante. Ci risveglia l'altalena dei cambi di ritmo di Black Nile e la progressione di Blue Skies/In Walked Bud nella quale il contrabbasso la fa da padrone. Diventa protagonista invece il pianoforte nella malinconica Meditacao, che accompagna una splendida voce velata e sensuale. Voce che da' poi un'ottima prova di scat, oltre che di velocità di linguaggio, nella saltellante Twisted.

Stupenda ed avvolgente la versione jazz del pezzo dei Beatles Here, There and Everywhere. Nel prossimo cd si prega di mettere altre due o tre rivisitazioni di brani del quartetto di Liverpool. Con un gran bell'esercizio vocale si ritorna allo swing di Moonray, e poi un altro passaggio del locale di cui sopra con I remember Clifford prima di atterrare a Rio de Janeiro con il Samba-medley (con punta di bossanova) di Falsa Baiana e Samba do Aviao.

Che dire… proprio bello! Mi è piaciuto molto pur non essendo un appassionato ed esperto di jazz, swing e compagnia. Oltre la voce - ma questo è pleonastico - sono veramente bravi gli strumentisti, che, da come suonano, sono tutti di scuola jazz. Carina pure la copertina del cd, mi ricorda un inquadratura di Paul Shaffer and the Cbs orchestra nella sigla del David Letterman Show.

Stefano Orlandi, Chicago (polistrimpellista/appassionato di musica)